Disturbo Ossessivo Compulsivo

Le persone che soffrono di un disturbo ossessivo compulsivo sono affette da una malattia che può risultare molto invalidante poiché influenza completamente la loro vita e, nella maggior parte dei casi, anche quella dei familiari.
Fino a qualche anno fa, il disturbo ossessivo compulsivo veniva considerato una forma di disturbo d’ansia. Oggi invece è considerato un disturbo a parte per la gravità e l’importanza dei sintomi che la persona può presentare. Chi presenta questo disturbo sviluppa due principali sintomi, le ossessioni e le compulsioni.

Disturbo Ossessivo Compulsivo

Le persone che soffrono di un disturbo ossessivo compulsivo sono affette da una malattia che può risultare molto invalidante poiché influenza completamente la loro vita e, nella maggior parte dei casi, anche quella dei familiari.
Fino a qualche anno fa, il disturbo ossessivo compulsivo veniva considerato una forma di disturbo d’ansia. Oggi invece è considerato un disturbo a parte per la gravità e l’importanza dei sintomi che la persona può presentare. Chi presenta questo disturbo sviluppa due principali sintomi, le ossessioni e le compulsioni.

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Alcune delle domande più frequenti

Le ossessioni:

  • Sono pensieri ed impulsi intrusivi, ricorrenti e non voluti dalla persona
  • Causano disagio, sofferenza e spesso forte vergogna per il loro contenuto
  • Sono persistenti o ricorrenti nella mente del soggetto tanto da assumere una rilevanza eccessiva
  • Sono incoercibili, ossia vi è impossibilità da parte del soggetto di contrastare o neutralizzare l’ossessione
  • Sono criticate e, solo nelle forme più grave, la persona perde la capacità di considerarle eccessive

Le compulsioni:

  • Sono una risposta conseguente dell’ossessioni.
  • Il paziente cerca un modo di allontanarle dalla propria mente, di combatterle mettendo in atto le compulsioni.
  • Particolari azioni, o in alcuni casi sono solo dei pensieri / azioni mentale ripetute.
  • La loro funzione è che vengono attuate per allontanare il pensiero dell’ossessione che causa un forte malessere ed una forte ansia.
  • Comportamenti ripetitivi in risposta a un’ossessione.
  • A differenza delle ossessioni sono visibili anche da chi è vicino.
  • Intenzionali, ovvero c’è consapevolezza nelle agirle.
  • Hanno una finalità, in quanto questi comportamenti o atti mentali che hanno il significato intrinseco di rispondere al tema dell’ossessione e ad allontanare l’ansia generata.
  • Spesso il fine per cui viene messo in atto un’azione non è così lampante secondo la logica condivisa.
  • L’obiettivo è quindi di controllare il contenuto delle ossessioni, neutralizzandolo “magicamente”, e l’ansia che ne deriva.
  • Sono ripetitive, cioè vi è reiterazione della compulsione, nonostante l’individuo stesso sia consapevole della natura eccessiva del suo comportamento.
  • Frequentemente sono eccessive (specialmente per chi le osserva dall’esterno).
  • È possibile che le azioni che vengono svolte seguano delle sequenze e delle regole rigide ben precise che se infrante, portano la persona a dover ricominciare nuovamente il tutto.

Le ossessioni possono presentarsi con temi diversi:

  • Responsabilità patologica: il paziente pensa che, per il non aver fatto bene una determinata cosa o per non essere stato informato di un possibile danno, debba considerarsi interamente e completamente responsabile, perché per colpa sua da questo potrebbe derivarne qualcosa di negativo.
  • Contaminazione: paura di essersi sporcato o di aver contratto una malattia specifica e di poterla trasmettere agli altri. La paura è di essere contaminato da germi, ma anche liquidi biologici, propri ed altrui (urina, feci, sperma, sangue)
  • Aggressività: legata al pensiero che possa capitare qualcosa di tremendo ai miei cari e che questo obbliga la persona a mettere in atto qualcosa (compulsione) che annulla o previene magicamente quello che può succedere. Esempi di ossessioni di aggressività: paura di fare del male a sé stesso, paura di fare del male ad altri, immagini violente ed orribili, paura di dire involontariamente oscenità o insulti, paura di rubare, paura di danneggiare gli altri.
  • Simmetria: preoccupazioni sul modo di posizionare oggetti e cose, così come le preoccupazioni sul dover far le cose esattamente in un determinato modo.
  • Sessuale: possono comprendere il dubbio sul proprio orientamento sessuale così come possono venire in mente immagini o pensieri indesiderati di atti sessuali verso estranei, parenti, amici, bambini o ancora pensieri o immagini di atti sessuali violenti verso sé o gli altri. Causano forte vergogna e malessere a chi le vive.
  • Religiose: tra le ossessioni religiose c’è il timore di pronunciare frasi blasfeme o di essere puniti per averle pensate o dette, così come un timore costante circa la propria moralità e preoccupazioni circa le proprie credenze religiose.
  • Somatiche: preoccupazione per una malattia o un disturbo, eccessiva preoccupazione per parti del corpo o l’aspetto estetico.
  • Altre tipologie: bisogno di sapere, di ricordare, paura di non dire la cosa giusta, paura di perdere le cose, immagini intrusive non violente, suoni parole o musiche intrusive, fastidio per certi suoni/rumori, numeri fortunati/sfortunati, paure superstiziose.

Vi sono diverse tipologie di compulsioni:

  • Di controllo: il soggetto effettua ripetutamente controlli e verifiche in risposta a un dubbio, ad esempio per il timore di non aver chiuso un rubinetto. Esempi: controllare le serrature, gli elettrodomestici, controllare di non aver recato danno ad altri, controllare di non aver fatto danni a sé stessi, controllare che non sia successo/non succederà̀ nulla di terribile, controllare di non aver sbagliato, controllo “stretto” delle ossessioni somatiche.
  • Di pulizia/lavaggio: comportamenti spesso ritualizzati per disinfettare e decontaminare le mani o altre parti del corpo. Esempi: eccessivo o ritualizzato lavaggio delle mani, eccessivo o ritualizzato fare la doccia, lavarsi i denti o le pulizie corporee di routine, pulizie riguardanti le cose di casa o gli altri oggetti, altre misure per prevenire e rimuovere il contatto di sostanze contaminanti.
  • Di ordine: gli oggetti devono essere posizionati secondo un preciso schema mentale del paziente, che può trascorrere anche delle ore a riposizionarli nel dubbio che non rispettino la loro perfetta collocazione;
  • Di conteggio: sovente sono atti mentali volti a scongiurare il verificarsi di avvenimenti catastrofici.
  • Di accumulo (hoarding): consistono nella raccolta di oggetti senza valore che finiscono per causare un ingombro che limita gli spazi vitali del paziente; entrano in diagnosi differenziale con il Disturbo da Accumulo, nel quale sono però assenti le ossessioni.
  • Altre tipologie: rituali mentali, eccessivo fare liste, bisogno di toccare, tamburellare, sfregare, rituali implicanti il battere le palpebre o sgranare gli occhi, comportamenti ritualizzati nel mangiare, comportamenti superstiziosi, tricotillomania, altri comportamenti di autolesione/automutilazione.

Le ossessioni vengono allontanate tramite le compulsioni. Ma poi ritornano, e così in un circolo vizioso, il paziente è imprigionato. Più le allontanano, più ritornano.

Insight:

  • si definisce come consapevolezza del paziente rispetto al proprio disturbo
  • si intende la capacità da parte del soggetto di riconoscere come estranei, intrusivi, irragionevoli ed eccessivi i propri sintomi.
  • La presenza di consapevolezza può variare nelle differenti fasi del disturbo.
  • Un soggetto con un buon livello di insight riconosce le proprie ossessioni come non vere o probabilmente non vere e mantiene senso critico a riguardo.
  • Questo parametro indirizza anche la scelta terapeutica: la consapevolezza di malattia è, infatti, rilevante ai fini del successo di un trattamento psicoterapeutico.

Resistenza:

  • si intende la capacità soggettiva del paziente di lottare contro l’idea che lo assedia o di controllare la messa in atto di una compulsione, evitando di cedere ad essa.
    può variare nel anche in relazione al contesto di vita del paziente.
  • Vi è solitamente una minore resistenza in ambiti conosciuti, come la propria casa, e con persone a lui familiari; in ambienti sconosciuti, invece, tende a mantenere un maggiore controllo sui propri sintomi.

Lentezza ossessiva:

  • Può accadere che il paziente, nel tentativo di contrastare i sintomi, rallenti enormemente i suoi processi mentali e i suoi atti motori.
  • Il paziente affare rallentato e questo interferisce gravemente con il funzionamento del soggetto;
  • Colpisce il 2 e il 3% della popolazione generale
  • L’età media di insorgenza è di 19 anni, nel 25% dei casi l’esordio emerge entro i 14 anni
  • L’esordio dopo i 35 anni risulta essere insolito, ma può verificarsi
  • I maschi presentano un esordio precoce rispetto alle femmine.

La modalità di esordio del DOC può essere:

  • subdola e insidiosa: è la modalità tipica del disturbo e che si presenta con una maggiore frequenza.
  • acuta: improvvisa, senza prodromi o caratterizzata da un brevissimo periodo precedente con sintomi lievi.

Può avere un decorso:

  • episodico, dove vi è alternanza di periodi con sintomi ossessivo-compulsivi a periodi completamente liberi da malattia.
  • cronico soprattutto se non trattato. In questo caso l’intensità dei sintomi può comunque variare nel tempo.

Fattori genetici e fisiologici

  • Le persone che presentano famigliari affetti da DOC sono maggiormente predisposte a manifestare tale disturbo nell’arco della vita. Numerosi studi scientifici hanno evidenziato anomalie genetiche e strutturali (es. a carico di alcune aree cerebrali) che favoriscono il rischio di sviluppare il disturbo

Fattori ambientali

  • Nei pazienti predisposti, eventi di vita (es. storia di abusi, di eventi traumatici) possono favorire lo sviluppo del disturbo

Non è solo il paziente ad essere coinvolto dal disturbo. Anche la famiglia viene inglobata e soffre in modo totalizzante di quello che succede.
Frequentemente vi è coinvolgimento di un familiare o di tutta la famiglia direttamente nella sintomatologia ossessivo-compulsiva, ed è quello che viene definito con il termine family accommodation.

Si intende al modo in cui i familiari partecipano nei rituali compulsivi:

  • possono fornire rassicurazioni o modificare le loro abitudini allo scopo di contrastare o di permettere alla persona di evitare l’ansia
  • la famiglia può essere coinvolta direttamente nel disturbo inserendosi nei rituali sia indirettamente, che direttamente arrivando a cambiare il proprio comportamento o la propria routine quotidiana

La risposta familiare può essere descritta su un continuum che va:

  • genitore accomodante, premuroso (a volte eccessivamente). In questo caso si asseconda e si “collabora” al rituale, al fine di aiutare la persona a ridurre l’ansia e lo stress. Nel secondo, il familiare antagonista, invece, reagisce in maniera critica e ostile ai sintomi e si rifiuta di partecipare ai rituali.
  • genitore oppositivo e, frequentemente, eccessivamente critico

È dimostrato come entrambe le risposte dei familiari tendano a rinforzare il sintomo, aumentandone la frequenza e l’intensità.
Serve aiutare la famiglia ad aiutare il paziente nel percorso di cura nel modo corretto.

Parola d’ordine: diagnosi precoce e corretta del disturbo

Il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo è volto primariamente alla graduale riduzione delle compulsioni e degli evitamenti che mantengono lo stato di disagio e incrementano le ossessioni. L’approccio terapeutico elettivo prevede, in base all’intensità dei sintomi e della compromissione del funzionamento globale:

  • terapia farmacologica
  • psicoterapia, di orientamento cognitivo-comportamentale

È importante sapere che dal punto di vista farmacologico, i principali farmaci utilizzati rientrano nella classe degli antidepressivi (SSRI – inibitori del reuptake della serotonina). Sono chiamati antidepressivi, ma in questo caso la loro azione è anti-ossessiva. Richiedono tendenzialmente dei dosaggi più alti e un maggiore tempo prima di vedere i primi effetti rispetto all’uso in pazienti con depressione.

Una diagnosi precoce e corretta del disturbo si associa a una migliore risposta al trattamento e a una buona prognosi.

cuniberti-cerchio

Parola d’ordine: diagnosi precoce e corretta del disturbo

Il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo è volto primariamente alla graduale riduzione delle compulsioni e degli evitamenti che mantengono lo stato di disagio e incrementano le ossessioni. L’approccio terapeutico elettivo prevede, in base all’intensità dei sintomi e della compromissione del funzionamento globale:

  • terapia farmacologica
  • psicoterapia, di orientamento cognitivo-comportamentale

È importante sapere che dal punto di vista farmacologico, i principali farmaci utilizzati rientrano nella classe degli antidepressivi (SSRI – inibitori del reuptake della serotonina). Sono chiamati antidepressivi, ma in questo caso la loro azione è anti-ossessiva. Richiedono tendenzialmente dei dosaggi più alti e un maggiore tempo prima di vedere i primi effetti rispetto all’uso in pazienti con depressione.

Una diagnosi precoce e corretta del disturbo si associa a una migliore risposta al trattamento e a una buona prognosi.

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Alcune testimonianze dei miei pazienti

  • “Lavoro da anni in questo studio. Sono sempre stata precisa nel mio lavoro. Ora rischio di essere licenziata perché non riesco più a svolgerlo. Devo controllare ogni cosa più e più volte. Perdo così molto tempo, ma è più forte di me. Se non lo faccio mi sale un’ansia esagerata e inizio a tremare. I miei capi se ne sono accorti anche perché non riesco a rispettare le scadenze.. Ma mi vergogno a dire che non sto bene, che c’è qualcosa di così forte che non riesco a controllare!"

    Marta, 45 anni, commercialista

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